Reggina, cosa sta succedendo?

Che i calciatori della Reggina siano più o meno coalizzati contro il tecnico Agenore Maurizi è un fatto conclamato solo e soltanto attraverso i social. Ammesso che tutto ciò che alcune testate giornalistiche on line di Reggio Calabria riportano a spron battuto sia vero, quello che fa maggiormente specie resta (comunque) il silenzio che giunge dalla società. Un silenzio che stride, che fa rumore, che preoccupa. Un silenzio che sembra nato dalla penna del miglior Kafka e che, se corrispondesse a verità, non può far altro che preannunciare venti di burrasca e tante valigie pronte sull’uscio del Sant’Agata: per molti, ma ovviamente non per tutti, quella con il Catanzaro, potrebbe essere l’ultima volta con indosso la gloriosa casacca amaranto. Non conoscendo perfettamente i termini della “querelle” siamo costretti a ripetere che fintantoché l’ammutinamento dei giocatori nei confronti del tecnico rimangono soltanto voci, noi non ci crederemo perché sarebbe l’inizio della fine per la Reggina targata Mimmo Praticò. E chiaro che un fondamento di verità ci dovrà pur essere perché la situazione è stata sbandierata sul web fin dal fischio finale della gara persa ignominiosamente contro il Rende ma permetteteci di dire che continueremo a voler toccare con mano prima di dare giudizi affrettati e proclami più o meno annunciati.

La situazione che abbiamo voluto definire “paradossale” non è e non può essere certamente delle migliori: anche un bambino, infatti, comprenderebbe che da qualche settimana a questa parte la Reggina non riesce ad esprimere quel gioco spumeggiante delle prime otto giornate; e quello stesso bambino storcerebbe il naso perché la Reggina arcigna delle prime otto giornate, oggi viene puntualmente infilzata come un tordo sia su azione che su palle inattive quando, prendere in contropiede il team di Maurizi, (prima) risultava un’impresa. Ad onor di logica, sembra ancor più inverosimile vedere Mezzavilla cincischiare ed essere costantemente preda di amnesie; così come appare fuori dal mondo che Porcino non riesca più a saltare l’uomo su quella fascia sinistra; che Di Filippo non sappia più prendere un solo pallone di testa; che Pasqualoni si faccia raggirare come un imberbe; che Di Livio non passi la palla neppure a pregarlo in zwaili; che De Francesco non riesca più a consegnare un pallone giocabile; che Marino usi più il piede destro che quello sinistro anche quando il tiro potrebbe essere scoccato col mancino; che Cucchietti si tuffi con la velocità del panda; che Bianchimano non sappia più stoppare una palla che fosse una. E così via per rafforzare la tesi di coloro che hanno sbandierato ai quattro venti la notizia clamorosa, pazzesca, sconcertante e gravissima.

Molteplici sono le domande. Una su tutte: cosa sta succedendo? E poi: perché i giovani calciatori amaranto avrebbero dovuto scegliere questa singolare protesta nei confronti di un allenatore a cui è stato rinnovato il contratto per un altro anno? Ed un’altra si fa largo nelle menti pensanti dei tifosi: quale futuro per questa Reggina? E per finire: è più facile mettere alla porta 22 elementi anziché uno soltanto? Noi ci limitiamo a porre le domande. Le risposte sono di pertinenza della società amaranto che rappresenta la principale squadra di calcio della città di Reggio Calabria. A noi preme far presente che la squadra amaranto occupa la dodicesima posizione, che si trova in piena zona play out, che è preda di una spaventosa involuzione tecnico-tattica, che la difesa fa acqua da tutte le parti, che il centrocampo è farraginoso, lento e senza idee, che l’attacco è da paragonare allo zero nonostante le cinque reti realizzate da Bianchimano e i due gol siglati da Sciamanna fermo in infermeria chissà per quanto altro tempo. E che Maurizi, in carriera, ha collezionato ben sette esoneri. Abbiamo detto tutto.